L’attuale castello di Este è stato costruito negli anni 1339-1340, per iniziativa del signore di Padova Ubertino da Carrara. Con un perimetro di mura lungo circa 1000 m, difeso da ben 14 torri di linea (ora ridotte a 12) e adagiato alle pendici del monte Murale, questo fortilizio ha di fatto soppiantato il primo castello, quello dei marchesi d’Este, sorto sull’area collinare fin dal XI secolo e gravemente danneggiato dalle guerre del ‘200 e del ‘300. Nel XIV secolo, dopo aver inglobato l’area pianeggiante a sud e a est del nucleo originario, il castello carrarese ospita al suo interno alloggiamenti di truppe, armerie, stalle, forse anche abitazioni, rimanendo separato dal borgo di Este tramite il canale Sirone che scorreva lungo l’attuale via G. Negri. Il castello, con le sue due torri “maistre”, quella sommitale e quella della Porta del Soccorso (che si apre verso Baone), è rimasto intatto per oltre due secoli, fino a quando, nella seconda metà del ‘500, viene acquistato dalla potente famiglia veneziana dei Mocenigo. L’area interna, invece, priva ormai di qualunque utilizzo militare, già dopo la conquista veneziana di inizio ‘400 inizia a subire dei cambiamenti d’uso, con la piantumazione di frutteti, la coltivazione di parte della terra e perfino la costruzione di casette per ospitare i “fittavoli”. Tra Sei e Settecento, sotto la proprietà dei Mocenigo, viene realizzato un vasto giardino, esteso fino alle propaggini della collina, ai lati di una scenografica scalinata. A questo periodo risalgono le sculture ancora oggi visibili verso il lato meridionale del castello. Un devastante incendio nel 1785 provoca la distruzione dell’ala est del palazzo veneziano; nella prima metà del XIX secolo l’intero complesso viene acquistato dalla famiglia Trieste, per poi passare ai fratelli Da Zara, che nel 1887 lo cederanno al Comune. Divenuto di proprietà pubblica, il monumento cambia nuovamente la destinazione d’uso: l’ala superstite del Palazzo Mocenigo viene scelta come prestigiosa sede del museo archeologico cittadino (poi divenuto museo nazionale), mentre l’area nord-orientale del castello carrarese viene destinata a Foro Boario, cioè luogo per il mercato del bestiame. Il parco settecentesco subisce una radicale trasformazione negli anni 1914-’15, quando si decide di risitemare l’area verde, già utilizzata come giardino pubblico. I lavori comportano la demolizione della ripida scalinata veneziana e la creazione di terrazzamenti digradanti. Prendono così forma i giardini all’italiana come oggi li conosciamo, con viali ordinati e aiuole geometriche, che conservano diverse piante secolari. Le più notevoli sono il glicine monumentale (che sovrasta la porta secondaria nel lato sud delle mura) e alcuni esemplari di cedri del Libano e dell’Himalaya.
Giardini di Este, via Guido Negri, 35042 Este PD, Italia.
in caso di pioggia: Teatro dei Filodrammatici, Via Calle della Musica 13, Este (PD).